Il metaverso - retrospettive
Una visione interessante quella di Marco Camisani Calzolari, divulgatore digitale ed esperto di settore. Ho usato il termine visione poichè non credo fosse possibile fruire di un termine maggiormente espressivo, dal momento in cui per accedere al mondo “virtuale” del metaverso quello che si utilizza è esattamente un “visore”. Il signor Camisani Calzolari infatti sostiene che il Metaverso non esiste in quanto di fatto non è da considerarsi una nuova tecnologia, quella che andremo a vivere da qui a breve sulla nostra pelle quindi non dovrebbe stupirci più di tanto.
Il signor Camisani inizia il suo discorso con una frase all’apparenza inequivocabile, che poi via via andrà a spiegare: “il metaverso non esiste”. La frase appare da subito come provocatoria, prima di dare per buono che sia cosi, dovremmo senza dubbio chiederci, che cosa è il metavero? L’enciclopedia Treccani definisce il metaverso come: Termine coniato da Neal Stephenson nel romanzo cyberpunk Snow crash (1992) per indicare uno spazio tridimensionale all’interno del quale persone fisiche possono muoversi, condividere e interagire attraverso la personalizzazione.
Il discorso si concentra inizialmente quindi sul significato etimologico della parola metaverso, disquisendo di argomenti o contrastanti o come idee embrionali del metaverso stesso. Porta l’esempio di Secondlife la creazione di un mondo parallelo virtuale, una sorta di “The sims”. L’altro esempio è quello della realtà aumentata, che viviamo ogni giorno, un “mondo” in cui alla realtà dei fatti si aggiungono informazioni. Un’altra cosa ancora invece è la mixedreality che possiamo vedere ad esempio nei videogames. Un ulteriore esempio che porta in antitesi, è l’idea legata alle criptovalute e gli NFT.
