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LEZIONE 1 APPENDICE – L’ invenzione dello 0

mia illustrazione sulla “nascita dello 0”

Proseguendo sulla strada tracciata dalle precedenti lezioni, possiamo approfondire un qualcosa che ai più sembra scontato ovvero l’entità dello zero come numero, il cerchietto a noi tanto caro che come invenzione risulta più vicina a noi di quanto si pensi. Seguendo anche le illustrazioni, indubbiamente l’uomo nei secoli si è posto il dubbio sul come quantificare un qualcosa, come contare, sarà partito senz’altro dall’utilizzando delle mani per poi ingegnarsi trovando degli ausili di qualche genere. Negli anni senz’altro è arrivato ad ipotizzare un sistema di calcolo rudimentale attraverso l’intaglio della quantificazione all’ora non numerica su una corteccia di un albero ad esempio o su di una pietra, ma questa non ha di certo l’aria di una soluzione che possa essere definitiva. La soluzione dell’intaglio su di una superficie con i mezzi del tempo era senz’altro irreversibile e finiti gli alberi? Ed ecco che dalla difficoltà esce fuori la genialità umana, nascono i primi “abachi” rudimentali attraverso l’utilizzo prima di piccole pietre, e poi di conchiglie bucate tenute tra loro attraverso uno spago. Arriviamo quindi ai greci, l’epoca arcaica “Proseguendo sulla strada tracciata dalle precedenti lezioni, possiamo approfondire un qualcosa che ai più sembra scontato ovvero l’entità dello zero come numero, il cerchietto a noi tanto caro che come invenzione risulta più vicina a noi di quanto si pensi. Seguendo anche le illustrazioni, indubbiamente l’uomo nei secoli si è posto il dubbio sul come quantificare un qualcosa, come contare, sarà partito senz’altro dall’utilizzando delle mani per poi ingegnarsi trovando degli ausili di qualche genere. Negli anni senz’altro è arrivato ad ipotizzare un sistema di calcolo rudimentale attraverso l’intaglio della quantificazione all’ora non numerica su una corteccia di un albero ad esempio o su di una pietra, ma questa non ha di certo l’aria di una soluzione che possa essere definitiva. La soluzione dell’intaglio su di una superficie con i mezzi del tempo era senz’altro irreversibile e finiti gli alberi? Ecco che dalla difficoltà esce fuori la genialità umana, nascono i primi “abachi” rudimentali attraverso l’utilizzo prima di piccole pietre, e poi di conchiglie bucate tenute tra loro attraverso uno spago. Arriviamo quindi ai greci, l’epoca “arcaica” ha segnato senza dubbio un solco nella storia, l’ossessione dei greci verso i rapporti geometrici proporzionali (vedi sezione aurea), rappresentano senza ombra di dubbio il prologo per l’utilizzo dei numeri intesi come li intendiamo noi. Ipotizzano infatti i primi veri rapporti poi tradotti come numerici, come il Pi greco, arrivando poi con il tempo a semplificarne le simbologie grafiche. Segni che con il tempo assomigliano sempre di più ai nostri numeri, da qui l’invenzione dei numeri arabi: 1,2,3,4,5,6,7,8,9… e lo zero?

La nascita dello zero è successiva, non si conosce la vera e propria epoca di invenzione, si può ipotizzare, ma quello che sappiamo per certo è che qualcuno ha iniziato ad ipotizzare un sistema numerico che non partisse da 1, ma dal nulla, lo 0. Il significato attribuitegli però era del tutto ambivalente, si passa dallo zero visto appunto come nulla, e come “azzera” e da qui l’invenzione delle “decine”, ovvero una volta finita la prima decina 0 (nulla), 1,2,3,4,5,6,7,8,9, (finisce la prima decina),01 ovvero ne comincia un’altra, e da qui il 10 e si ricomincia. Da qui nasce l’applicazione “quantica” dello zero come la conosciamo noi…


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