Peter Eisenman
L’architetto che più rappresenta “il mondo dei vettori” è senza dubbio alcuno Peter Eisenman che propone dal canto suo un architettura come testo e una concettualizzazione della stessa, con applicazioni di concetti semantici e linguistici.
L’obiettivo della lezione è presentare un excursus logico che ha portato la figura di Peter Eisenman ad operare al concetto di progettazione come elemento logico diagrammatico legato al “vettore digitale”.
Eisenman rimane particolarmente colpito da un architetto, l’italiano Giuseppe terragni, nello specifico da sue due opere:
- La casa del fascio a Como: quest’opera di Terragni è si articola su un volume puro pulito, nel quale con un linguaggio razionalista avvengono le estrusioni.
- La casa Giuliani Frigerio a Como; un opera neoplastica nella quale vi è una disconnessione dell’esterno
Dall’unione concettuale tra queste due opere nasce House II di Peter Eisenman, l’architetto matura una nuova concezione per la società moderna, e capisce che si deve cominciare a ragionare sull’opera, che diventa di fatto una “metaopera”, Nello specifico l’opera House II si articola con un chiaro movimento spaziale verso l’interno che potremmo quasi definire un implosione, una disconnessione neoplastica.
La perimetrazione esterna richiama la presenza della forma primaria e lo stesso uso del telaio della Casa del fascio, ma l’interno mette in azione lo slancio dinamico della Giuliani-Frigerio. Il telaio di conseguenza non definisce più intagli geometrici sul cubo ma diventa un piano astratto, una struttura trasparente lasciata all’esterno per trattenere i piani che esplodendo vorrebbero eliminare la gabbia. La soluzione che Eisenman dà al conflitto che aveva scoperto in Terragni ha una parola: Implosione. Una esplosione delle pareti, dei piani, dei volumi che però non invade l’esterno ma è rivolta verso il dentro, verso se stessa. Una violenta reazione chimica viene trattenuta ed esaminata dentro una provetta
Antonino Saggio,
Peter Eisenman, Trivellazioni nel futuro
Accade quindi che la metaopera di cui si parlava prima si tramuta in una progettazione sintattica, con un’architettura che diventa un testo e qui si afferma l’approccio vettoriale, sfruttando l’avvento dei primi computer, questa visione di Eisenman trova terreno fertile formalizzandosi. Un ulteriore esempio lo possiamo trovare in House X, che gode però di un differente approccio, infatti abbraccia l’orografia del terreno, che gioca un importante ruolo. l’edificio è diviso in quattro quadranti nei quali verranno scandite le varie funzioni, vi è quindi una divisione funzionale.
Il Palinsesto
Dopo una pausa dalle attività nel 1968, inizia a ragionare su interventi basati spesso su questo gioco di layer arrivando poi a trasportarla in una sua importante opera come il concorso per il Check Point Charlie di Berlino. Nel progetto sviluppa l’idea del Palinsesto ovvero prendendo spunto dall’effettivo palinsesto; una carta con su scritta una lista continua che viene riscritta e cancellata in funzione di ciò che può essere considerato più congeniale. Per Checkpoint Charlie si assiste ad una serie scoordinata di volumi puri disposti irregolarmente in modo tale da creare un gioco di volumetrie in facciata.
Lo Swinging
Un’ulteriore tecnica che Eisenman affina è quella dello Swinging letteralmente traducibile con dondolamento. Lo swinging applicato alla forma architettonica consiste appunto nell’ondulazione nel dondolamento ipotetico della struttura su se stessa. facendo vibrare la struttura, l’architetto punta a catturarne “dei fermo immagine” che poi ricompone nel progetto. Un esempio lo possiamo vedere nel progetto di Cincinnati dove doveva rispondere a una doppia esigenza: riorganizzare gli spazi della facoltà esistente e poi edificare altre attrezzature che ne raddoppiassero la superficie utile.
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