Al momento stai visualizzando Lezione 26 – Lo spazio come informazione

Lezione 26 – Lo spazio come informazione

Lo spazio come informazione è legato al concetto di spazio nel tempo, che via via nel tempo si è arricchito come un novo layer che si sovrappone ai precedenti.

Spazio come organo – nell’architettura industriale fortemente funzionale la visione dello spazio è quella di uno spazio inteso come “organo”, caratterizzato da una lunga fase basata sul principio diretto di causa ed effetto.
– Spazio come sistema
– Spazio come informazione

Nella concezione architettonica, l’idea che lo spazio sia l’oggetto fondamentale dell’architettura è abbastanza recente cominciando a prendere piede in maniera significativa solo nel dopoguerra. Uno dei fautori di questo pensiero architettonico fu Bruno Zevi, il quale pone al centro di alcune sue pubblicazioni, come caratteristica fondamentale del pensiero architettonico la progettazione dello spazio cavo.

Appena viene idealizzato lo spazio come elemento al centro della progettazione architettonica si ha come conseguente intuizione quella che sono presenti più idee di spazio che a loro volta variano in funzione di posizioni, e momento storico. Viene poi facile intuire come una chiesa di origine bizantina come quella di Santa Sabina a Roma, sia caratterizzata da uno spazio, monodirezionale, ritmato al contrario lo spazio di una chiesa barocca come Sant’Ivo alla Sapienza è caratterizzata da uno spazio compresso e dilatato, particolarmente dinamico.

LO SPAZIO COME ORGANO

Un dei modi principali di configurare lo spazio architettonico è quello dello spazio come organo, uno dei modi migliori per immaginare il tutto è attraverso l’analogia con il contesto “medico”:

MEDICINA

ARCHITETTURA

La medicina con il passare degli anni e con l’incremento delle conoscenze, si concentra sugli organi, principalmente sul rapporto forma – funzione. Il rapporto tra organo e sua funzione diventa quindi punto focale degli studi. Nascono i medici specialistici.

Parallelamente in architettura il rapporto forma-funzione diviene centrale nel processo progettuale, si comincia a configurare la forma spaziale in funzione della funzionalità che dovrà ospitare un dato ambiente. In particolare F.L.W. concepisce il rapporto funzione-forma in modo particolarmente organico, la cui espressione può essere ben osservata all’interno del Guggheneim Museum di New York, la cui funzione museale viene svolta come una lunga spirare da percorrere fino alla cima.

LO SPAZIO COME SISTEMA

MEDICINA

ARCHITETTURA

Lo step successivo nel contesto medico è dato dal non immaginare più la funzione legata al singolo organo ma a tutti gli effetti a dei sistemi, come quello respiratorio o cardiocircolatorio. Il concetto legato all’organo si va quindi a sovrapporre con quella di sistema.

Anche in architettura si comincia a pensare ad uno spazio come sistema, riportando l’esempio dell’altro Guggheneim quello di Bilbao di Gehry, è possibile distinguere uno spazio nel quale coesistono principi e sistemi che si intersecano. La logica fondante non è più quella di uno spazio gerarchico ma di uno spazio caratterizzato da più funzioni differenti tra loro che coesistono nello stesso spazio. Facendo un parallelo matematico possiamo definire ogni funzione come un’equazione matematica alla quale ne vengono aggiunte altre per fino a comporre “lo spazio sistema”.

Se dovessimo considerare le differenze tra i due edifici del Guggheneim, quello di F.L.W. e di Gehry risulta impossibile ignorare l’avvento dell’informatica in architettura che ha chiaramente permesso di gestire un livello di complessità progettuale e di calcolo completamente diverso in 70 anni.

LO SPAZIO COME INFORMAZIONE

Il concetto di spazio è indissolubilmente legato all’evoluzione della tecnologia e delle culture. Con l’avvento dell’informatica, lo spazio è stato analizzato come un sistema complesso sia dal punto di vista geometrico che funzionale, creando un nuovo paradigma per la comprensione dello spazio. Lo spazio dell’informazione è stato un salto di paradigma che ha cambiato il concetto di spazio, concentrando e introiettando i concetti della società basata sull’informazione. In questo senso, lo spazio non è una realtà oggettiva, ma è una concezione mentale che cambia nel tempo e che muta con l’evoluzione della cultura, della civiltà e delle tecniche ad esse correlate. Questo può essere paragonato al concetto di colore, che non è una realtà oggettiva, ma una percezione soggettiva che cambia in base a diverse circostanze.

IL COLORE ESISTE VERAMENTE ?

Il colore appartiene a 3 grandi famiglie logiche:

  1. Il colore è CONTESTUALE ovvero è visibile rispetto al contesto in cui mi trovo e quindi alle condizioni esterne.
  2. Il colore è FISIOLOGICO ovvero dipende fortemente dallo strumento di visione, un cane non vedrà la stessa gamma di colori di un aquila 
  3. Il colore è COGNITIVO deriva dalla cultura specifica anche in funzione di un retaggio culturale, gli Eskimesi avranno un loro concetto di bianco che sarà completamente diverso da quello di un italiano.

     

Lo spazio e il colore sono entrambi concetti che non hanno una realtà oggettiva, ma sono percezioni soggettive che cambiano in base a diverse circostanze. Ad esempio, lo spazio può essere percepito in modo diverso a seconda del contesto culturale, tecnologico e storico, mentre il colore può essere percepito in modo diverso a seconda della luce ambientale, della percezione visiva di un individuo e di altri fattori simili. Questo dimostra che lo spazio e il colore sono concetti che non possono essere definiti in modo universale e definitivo, ma sono in costante evoluzione e mutamento.

LINK – LEZIONE 26 

Lascia un commento